La Luce oltre la soglia
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UNO STUDIO SULL'ALDILÀ

ESISTE UNA VITA OLTRE LA MORTE?

A cura del dr. Mario Rizzi ( www.viveremeglio.org ).


Sommario

ESISTE LA VITA OLTRE LA MORTE?

Testo elaborato con brani tratti dal volume "La morte e la Vita dopo la Morte", della dott.ssa Elisabeth Kubler-Ross, Edizioni Mediterranee.

Vi sono delle persone che pensano che a tale domanda non si può dare alcuna risposta, perché "nessuno dei morti è mai tornato indietro a raccontarci la sua esperienza". Anche se da quando esiste l'uomo, esiste pure la credenza di una vita dopo la morte, queste persone si tengono attaccate alla loro idea e non fanno neppure un minimo sforzo per approfondire un argomento che le interessa da vicino. Probabilmente hanno una tal paura della morte che preferiscono starle più lontano possibile... persino con il ragionamento.

Per loro valgono queste parole della dottoressa Elisabeth Kubler-Ross: "Dopo aver studiato ventimila casi in tutto il mondo, di persone che erano state dichiarate clinicamente morte e che sono poi ritornate alla vita, per me non è più questione di credere, ma di sapere. E sono disposta a dirvi come potete arrivare anche voi a questa conoscenza, purché vi interessi veramente. Se non vi interessa, non fa nulla: tanto, dopo la morte, lo saprete comunque".

Attualmente si conoscono molte cose sulla morte

In questi ultimi anni la ricerca sulla morte ha compiuto molti passi avanti. Si sono raccolte molte testimonianze, conosciuti nuovi casi e fatte ulteriori inchieste. Ciò che più conta sono le testimonianze di coloro che sono giunti alle soglie della morte e sono stati richiamati alla vita grazie alle moderne tecniche di rianimazione. Analizzando i racconti di tali persone, la dottoressa Ross si accorse che questi "ritornati" avevano spesso qualcosa da raccontare: qualcosa che stranamente era simile per tutti. Le esperienze più comuni che venivano riferite erano queste:

- Quasi tutti coloro che erano "morti" non avrebbero voluto tornare indietro.

- Dopo questa esperienza si perde del tutto la paura di morire.

- Ogni persona che muore viene accolta da un essere amoroso che la sta attendendo, spesso un parente.

- La morte costituisce un'esperienza bellissima, forse la più bella di tutta la nostra esistenza.

- Nell'altra dimensione ognuno è in grado di giudicarsi e di dirigersi da solo.

Tutti questi dati sono stati in seguito confermati da altri ricercatori. Infatti, sull'esempio della dottoressa Kubler-Ross, altri studiosi hanno portato avanti queste ricerche che hanno contribuito a meglio inquadrare il tema della "morte" ampliandone la conoscenza.

Il presunto morto resta consapevole di quanto lo circonda

Dai frutti di tali ricerche appare chiaro come il morente resti consapevole di quanto lo circonda anche dopo essere stato dichiarato clinicamente morto. Lo sappiamo grazie alle dichiarazioni fatte dai pazienti ritornati alla vita, dopo essere stati dichiarati clinicamente morti, contro ogni nostra attesa o speranza e spesso con profondo stupore di medici che li curavano.

Da loro sappiamo che potremo osservare ciò che accade nella stanza dalla distanza di pochi passi, in uno stato d'animo piuttosto distaccato, quasi fossimo del tutto separati dalla mente o dal cervello, se così si può dire. Tutto questo avviene durante il periodo in cui l'elettroencefalogramma è piatto, e i medici non riscontrano segni di vita. In questo periodo potremo udire le conversazioni, potremo vedere il comportamento e il vestiario della gente e potremo conoscere i loro pensieri senza provare alcun effetto negativo.

Il corpo eterico non ha limitazioni e non prova sofferenza

Il corpo che sperimentiamo durante questo periodo non è il nostro corpo fisico, ma è un corpo etereo e in questo corpo non vi sono sofferenze o limitazioni. Pertanto ci troviamo di nuovo perfettamente completi, cioè, se ci era stata amputata una gamba, riavremo la gamba, se eravamo sordi potremo di nuovo udire, cantare, parlare, se eravamo affetti da sclerosi multipla che ci rendeva incapaci di muoverci, di parlare o di vedere con chiarezza, ora potremo di nuovo fare tutte queste cose. Perciò è facile capire come molti dei nostri pazienti che vengono riportati alla vita non ci siano sempre grati dato che la ripresa delle funzioni del corpo fisico significa anche il ritorno al dolore o alle limitazioni di prima.

Molti dei miei colleghi si chiedono se non si tratti semplicemente di proiezione dei nostri desideri, ma è da escludere perché abbiamo avuto delle persone cieche dalla nascita che mentre erano fuori dal corpo fisico ci vedevano benissimo. Non solo ci seppero dire chi era entrato per primo nella stanza, chi si diede da fare per la rianimazione, ma ci seppero descrivere in dettaglio il vestiario dei presenti, cosa che un cieco non sarebbe mai in grado di fare.

Oltre alla sensazione di benessere e di completezza che si sperimenta in quello che possiamo chiamare il corpo eterico, si avrà anche la consapevolezza che è impossibile morire da soli. In quel momento, infatti, le nostre guide e il nostro angelo custode saranno là per aiutarci. Abbiamo verificato questo fatto al di là di ogni dubbio e lo affermo come scienziata. Ci sarà sempre qualcuno ad aiutarci nel trapasso, il più delle volte si tratterà dei genitori o dei nonni, o di un bambino, se ne abbiamo perso uno. A volte si tratta di persone che nemmeno sapevamo che erano già morte. La maggior parte dei bambini nominano il papà o la mamma, ma nessuno dei bimbi che è stato in punto di morte li ha visti, a meno che i genitori fossero morti prima di loro.

Il paziente ascolta ciò che il chirurgo dice...

Molte persone hanno esperienze extracorporee durante un intervento chirurgico, infatti osservano il chirurgo al lavoro. Questo fatto deve essere tenuto presente da tutto il personale medico ed infermieristico, e mentre il paziente è fuori coscienza dovrebbero parlare solo di cose che anche il paziente può udire. Infatti le persone prive di coscienza possono udire tutto. Tutti dobbiamo sapere, quando ci accostiamo al letto di nostro padre o di nostra madre già in coma profondo, che quest'uomo o questa donna possono udire tutto quello che diciamo.

Non è mai troppo tardi per perdonare o chiedere perdono

In questi momenti non è troppo tardi per dire: « Perdono » o « Ti voglio bene » o qualsiasi altra cosa si voglia dire. Per dire queste parole non è mai troppo tardi, nemmeno per dirle ai morti, perché possono ancora udirci. Anche allora si possono concludere « cose lasciate in sospeso » che possono risalire anche a dieci o venti anni prima. Ci si può così liberare del peso dei propri debiti per poter ricominciare a vivere. semplicemente che il tempo non esiste più.

Allo stesso modo non si può più parlare di spazio e di distanze nel senso corrente della parola, perché questi sono fenomeni terreni. Se ad esempio un giovane americano muore in Asia e pensa a sua madre a Washington, coprirà le migliaia di miglia con la forza del pensiero e in mezzo secondo sarà con lei. In questo secondo stadio le distanze non esistono. Questo fenomeno fu sperimentato da molte persone che si videro comparire davanti qualcuno che si trovava lontanissimo. E il giorno dopo ricevettero una telefonata o un telegramma che li informava della morte della persona che avevano visto e che viveva a centinaia o migliaia di miglia. Queste persone sono molto percettive, poiché normalmente questo genere di visitatori non viene notato.

 

ESISTE IL PURGATORIO?

Bisogna pregare per le anime del Purgatorio. Non è credibile quanto esse possono fare per il nostro bene spirituale, per via della gratitudine che dimostrano a coloro che le ricordano in terra e pregano per loro (padre Pio da Pietrelcina).

COS'È IL PURGATORIO?

Tratto da: http://it.wikipedia.org/wiki/Purgatorio

Il Purgatorio è un elemento importante della dottrina escatologica della Chiesa cattolica. La sua fondatezza teologica è rigettata dalla maggior parte delle altre confessioni cristiane.

Nella dottrina cattolica, il purgatorio è una dolorosa ma necessaria condizione di purificazione, attraverso la quale passano quelle anime dei defunti che, pur essendo nella Grazia di Dio in punto di morte, non sono pienamente purificate. Esse soffrono per ripagare la Giustizia divina infranta e, quindi, per ascendere al Paradiso e "vedere il volto di Dio".

Il Purgatorio non è inteso, dalla dottrina cattolica, come una crudele punizione divina: al contrario, esso sarebbe frutto dell'infinito amore di Dio. Infatti, nella teologia cattolica, un'anima imperfetta non potrebbe stare al cospetto di Dio senza soffrire immensamente per la propria miseria, perciò il Purgatorio è uno stato dell'anima (non è un luogo) necessario alla beatitudine delle anime peccatrici, seppur presenti nella Grazia.

LA PURIFICAZIONE FINALE O PURGATORIO

Tratto dal Nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica

1030 Coloro che muoiono nella grazia e nell'amicizia di Dio, ma sono imperfettamente purificati, sebbene siano certi della loro salvezza eterna, vengono però sottoposti, dopo la loro morte, ad una purificazione, al fine di ottenere la santità necessaria per entrare nella gioia del cielo.

1031 La Chiesa chiama Purgatorio questa purificazione finale degli eletti, che è tutt'altra cosa dal castigo dei dannati. La Chiesa ha formulato la dottrina della fede relativa al Purgatorio soprattutto nei Concilii di Firenze [Cf Denz. -Schönm., 1304f ibid. , 1820; 1580]. La Tradizione della Chiesa, rifacendosi a certi passi della Scrittura, [Cf ad esempio, 1Cor 3,15; 1Pt 1,7] parla di un fuoco purificatore: Per quanto riguarda alcune colpe leggere, si deve credere che c'è, prima del Giudizio, un fuoco purificatore; infatti colui che è la Verità afferma che, se qualcuno pronuncia una bestemmia contro lo Spirito Santo, non gli sarà perdonata né in questo secolo, né in quello futuro (Mt 12,31). Da questa affermazione si deduce che certe colpe possono essere rimesse in questo secolo, ma certe altre nel secolo futuro [San Gregorio Magno, Dialoghi].

1032 Questo insegnamento poggia anche sulla pratica della preghiera per i defunti di cui la Sacra Scrittura già parla: "Perciò [Giuda Maccabeo] fece offrire il sacrificio espiatorio per i morti, perché fossero assolti dal peccato" (2Mac 12,45). Fin dai primi tempi, la Chiesa ha onorato la memoria dei defunti e ha offerto per loro suffragi, in particolare il sacrificio eucaristico, [Cf Concilio di Lione II: Denz. -Schönm., 856] affinché, purificati, possano giungere alla visione beatifica di Dio.

La Chiesa raccomanda anche le elemosine, le indulgenze e le opere di penitenza a favore dei defunti:
Rechiamo loro soccorso e commemoriamoli. Se i figli di Giobbe sono stati purificati dal sacrificio del loro padre, [Cf Gb 1,5 ] perché dovremmo dubitare che le nostre offerte per i morti portino loro qualche consolazione? Non esitiamo a soccorrere coloro che sono morti e ad offrire per loro le nostre preghiere [San Giovanni Crisostomo, Homiliae in primam ad Corinthios]. »

ALCUNI BRANI SUL PURGATORIO

IL PURGATORIO NEI MESSAGGI A MEDJUGORJE

Messaggio di Medjugorje del 20 luglio 1982

In Purgatorio ci sono tante anime e tra queste anche persone consacrate a Dio. Pregate per loro almeno sette Pater Ave Gloria e il Credo. Ve lo raccomando! Molte anime sono in Purgatorio da molto tempo perché nessuno prega per loro. Nel Purgatorio ci sono diversi livelli: i pi bassi sono vicini all'Inferno mentre quelli elevati si avvicinano gradualmente al Paradiso.

Messaggio di Medjugorje del 2 novembre 1982

Le anime del Purgatorio aspettano le vostre preghiere e i vostri sacrifici.

Messaggio di Medjugorje del 2 novembre 1983

La maggior parte degli uomini, quando muore, va in Purgatorio. Un numero pure molto grande va all’Inferno. Soltanto un piccolo numero di anime va direttamente in Paradiso. Vi conviene rinunciare a tutto pur di essere portati direttamente in Paradiso al momento della vostra morte.

Messaggio di Medjugorje del 6 novembre 1986

Cari figli, Oggi desidero invitarvi a pregare ogni giorno per le anime del Purgatorio. Ad ogni anima è necessaria la preghiera e la grazia per giungere a Dio e all'amore di Dio. Con questo anche voi, cari figli, ricevete nuovi intercessori, che vi aiuteranno nella vita a capire che le cose della terra non sono importanti per voi; che solo il cielo è la meta a cui dovete tendere. Perciò, cari figli, pregate senza sosta affinché possiate aiutare voi stessi e anche gli altri, ai quali le preghiere porteranno la gioia. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!

IL PURGATORIO NEL PENSIERO DI ALCUNI SANTI

http://medjugorje.altervista.org/doc/purgatorio//14-altrisanti.php

Ogni minima pena del Purgatorio è più grave della massima pena del mondo. Tanto differisce la pena del fuoco del Purgatorio dal nostro fuoco, quanto il nostro fuoco differisce da quello dipinto.
San Tommaso d’Aquino

Dopo la morte, rare le anime che vanno direttamente in Paradiso: la moltitudine delle altre che muoiono in grazia di Dio deve essere purificata dalle pene acerbissime del Purgatorio.
San Roberto Bellarmino

Il Signore dispone che tante anime facciano il loro Purgatorio in terra e fra noi, sia per istruzione dei vivi, sia a suffragio dei defunti.
San Tommaso d’Aquino

Non credo che dopo la felicità dei Santi che godono nella gloria, vi sia una gioia simile a quella delle anime purganti. È certo che queste anime conciliano due cose in apparenza irriducibili: godono di una gioia somma e nello stesso tempo soffrono innumerevoli tormenti senza che le due cose così opposte si escludano e distruggano a vicenda.
Santa Caterina da Genova

COSA POSSIAMO FARE PER LE ANIME DEL PURGATORIO?

Alcuni mezzi molto efficaci per aiutare le anime del Purgatorio sono le offerte delle nostre sofferenze, le nostre penitenze e la sofferenza volontaria, come ad esempio il digiuno, le privazioni, ecc... e, naturalmente, anche le sofferenze involontarie come le malattie, i lutti e gli abbandoni (Maria Simma)..

SUGGERIMENTI DI ALCUNI SANTI

Per quattro motivi dobbiamo meditare sul Purgatorio e pregare per le anime purganti.

1. Le pene del Purgatorio sono più acerbe di tutte le pene di questa vita.
2. Le pene del Purgatorio sono lunghissime.
3. Le anime purganti non possono aiutarsi da sé, ma solo noi possiamo suffragarle.
4. Le anime del Purgatorio sono moltissime, vi rimangono lunghissimamente, soffrono pene innumerevoli.
San Roberto Bellarmino

La devozione delle anime purganti è la migliore scuola di vita cristiana: ci spinge alle opere di misericordia, ci insegna la preghiera, ci fa ascoltare la Santa Messa, abitua alla meditazione e alla penitenza, sprona a compiere buone opere ed a fare l’elemosina, fa evitare il peccato mortale e temere il peccato veniale, causa unica della permanenza delle anime nel Purgatorio.
San Leonardo da Porto Maurizio

La preghiera per i defunti è più accetta a Dio di quella per i vivi perché i defunti ne hanno bisogno e non possono aiutarsi da sé, come possono invece fare i vivi.
San Tommaso d’Aquino

Per i vostri defunti, per dimostrare ad essi il vostro amore, non offrite solo viole, ma soprattutto preghiere; non curate soltanto la pompa funebre, ma suffragateli con elemosine, indulgenze, ed opere di carità; non preoccupatevi solo per la costruzione di tombe sontuose, ma specialmente per la celebrazione del santo Sacrificio della Messa.
Le manifestazioni esterne sono un sollievo per voi, le opere spirituali sono un suffragio per essi, da essi tanto atteso e desiderato.
San Giovanni Crisostomo

È certo che nulla è più efficace per il suffragio e la liberazione delle anime dal fuoco del Purgatorio, dell’offerta a Dio per esse del Sacrificio della Messa.
San Roberto Bellarmino

Durante la celebrazione della Santa Messa quante anime vengono liberate dal Purgatorio! Quelle per cui si celebra non soffrono, accelerano la loro espiazione o volano subito in Cielo, perché la Santa Messa è la chiave che apre due porte:quella del Purgatorio per uscirne, quella del Paradiso per entrarvi per sempre.
San Gerolamo

Prega sempre la Santissima Vergine per le anime del Purgatorio. La Madonna attende la tua preghiera per portarla al trono di Dio e liberare subito le anime per cui tu preghi.
San Leonardo da Porto Maurizio

I mezzi principali con cui possiamo soccorrere e liberare le anime del Purgatorio sono:

1. La preghiera e l’elemosina
2. La Santa Messa e la Santa Comunione
3. Le indulgenze e le opere buone
4. Un atto eroico di carità
      - Jugie

LA PREGHIERA

Tratto da: http://purgatorio.altervista.org

La Preghiera è come una rugiada fresca che parte dalla nostra anima, sale verso il Cielo e, come pioggia salutare, ricade sulle anime purganti. Anche una semplice aspirazione, una giaculatoria, un atto breve di amore a Dio, hanno un’efficacia straordinaria di suffragio.

Il Padre Rossignoli, nella sua opera sul Purgatorio, racconta che un Religioso aveva l’abitudine di recitare un Eterno Riposo ogni qualvolta che passava innanzi ad un cimitero. Un giorno, distratto da gravi pensieri, dimenticò la preghiera. Ebbe, allora, l’impressione di vedere i morti uscire dalle loro tombe e seguirlo cantando il versetto 7 del Salmo 128: “E non dissero quelli che passavano: la benedizione del Signore sia sopra di voi “. A queste parole il Religioso, confuso e mortificato, rispose con le altre parole del Salmo: “Vi benediciamo nel nome del Signore “, ed allora ebbe l’impressione che i morti, suffragati da quella invocazione, ritornassero nelle loro tombe.

Se una piccola invocazione fu di suffragio a quelle anime, una preghiera costante e perseverante, non le solleva solo per un momento, ma le arricchisce, abbreviando il tempo della loro purificazione.

L'anima, pregando in grazia di Dio, diventa intermediaria tra l’anima purgante e Dio, e Dio per l’amore che nutre verso di loro, accetta la sua preghiera come una riparazione offerta per le responsabilità dell’anima purgante, come un pagamento anche parziale dei suoi debiti, cone una purificazione che la rende capace dell’immensa grazia dell’eterna felicità. Chi prega, dunque, per i defunti, deve stare in grazia di Dio, diversamente non può essere mediatore tra l’anima e Dio. Tra le preghiere che possiamo fare per i defunti, hanno più valore e più efficacia quelle della Chiesa, che sono presentate a Dio non solo a nome di chi prega, ma a nome di tutta la Chiesa, della quale sono l’espressione ed il sospiro (vedi anche il capitolo “Indulgenze un dono della Misericordia di Dio” vedi pag.199).

Tra queste preghiere primeggia l’Ufficio dei Defunti, purché sia recitato con profonda comprensione e pietà, ed è consigliabile per i fedeli che ignorano il latino di recitarlo nella propria lingua. Oggi se ne trovano ottime traduzioni che facilitano questa pia pratica. In mancanza dell’Ufficio dei Morti, anche la recita del De profundis, riesce di sollievo alle anime purganti, perché, è, come l’Eterno Riposo, la preghiera consacrata dalla Chiesa alle anime purganti.

Preghiera efficacissima per le Indulgenze che vi sono annesse e perché ricorda la Passione di Gesù Cristo è la Via Crucis. Preghiera oltremodo gradita al Signore ed alla Vergine santissima è il santo Rosario, al quale sono anche annesse preziosissime indulgenze e la Corona di Cento Requiem detta per le anime purganti, è di efficace refrigerio per loro. Giorni poi di speciali preghiere per i morti sono il terzo, il settimo ed il trigesimo dal lorotrapasso, e per pia consuetudine popolare, il lunedì di ogni settimana ed anche l’intero mese di Novembre, dedicato ai morti.

A tutte queste od altre preghiere per i defunti, bisogna aggiungere la santa Confessione e Comunione, e bisogna che, in occasione della morte di una persona cara, i parenti tutti si confessino e si comunichino per l’anima sua. Non c’è testimonianza più bella di premuroso affetto per un defunto, quanto quello di mettersi in grazia di Dio o di accrescere la grazia nella propria anima con l’assoluzione, ed il ricevere Gesù, supplendo con l’amore alle deficienze dei defunti, e specialmente di quelli che furono poco praticanti in vita.

SUGGERIMENTI VARI

http://digilander.libero.it/carromano/simma.html

Noi possiamo aiutare le anime del purgatorio in vari modi, ad esempio:

1) Soprattutto con il sacrifico della Messa, che nulla potrebbe supplire.

2) Con delle sofferenze espiatorie: ogni sofferenza fisica o morale, offerta per le anime.

3) Il Rosario è, dopo il Santo Sacrificio della Messa, il mezzo più efficace per aiutare le anime del purgatorio. Porta loro un gran sollievo. Ogni giorno numerose anime sono liberate per mezzo del Rosario, altrimenti avrebbero dovuto soffrire lunghi anni ancora.

4) Anche la Via Crucis può portare loro grande sollievo.

5) Le indulgenze sono di un valore immenso, dicono le anime. Esse sono un'appropriazione della soddisfazione offerta da Gesù Cristo a Dio, Suo Padre. Chiunque, durante la vita terrena, guadagni molte indulgenze per i defunti, riceverà pure, più degli altri nell'ultima ora, la grazia di guadagnare interamente l'indulgenza plenaria accordata ad ogni cristiano in "articulo mortis". E 'una crudeltà non mettere a profitto questi tesori della Chiesa per le anime dei defunti. Vediamo! Se ci si trovasse davanti a una montagna piena di monete d'oro e si avesse la possibilità di prendesse a piacimento per soccorrere dei poveretti incapaci di prenderne, non sarebbe crudele rifiutar loro questo servizio? In parecchie località l'uso delle preghiere indulgenziate diminuisce di anno in anno, e così anche nelle nostre regioni. Bisognerebbe esortare maggiormente i fedeli a questa pratica di devozione.

Per maggiori dettagli sulle indulgenze vedere più innanzi.

6) Le elemosine e le buone opere, soprattutto i doni in favore delle Missioni, aiutano le anime del purgatorio.

7) L'ardere delle candele aiuta le anime: prima perché quest'attenzione d'amore dà loro un aiuto morale poi perché le candele sono benedette e rischiarano le tenebre in cui si trovano le anime.

Un bambino di undici anni di Kaiser chiese a Maria Simma di pregare per lui. Era in purgatorio per avere, il giorno dei morti, spento al cimitero le candele che bruciavano sulle tombe e per avere rubato la cera per divertimento. Le candele benedette hanno molto valore per le anime. Il giorno della Candelora Maria Simma dovette accendere due candele per un'anima mentre sopportava per essa delle sofferenze espiatorie.

8) Il gettare dell'acqua benedetta mitiga le pene dei defunti. Un giorno, passando, Maria Simma, gettò dell'acqua benedetta per le anime. Una voce le disse: "Ancora!". Tutti i mezzi non aiutano le anime nella stessa maniera. Se durante la sua vita qualcuno ha poca stima per la Messa, non ne approfitterà molto quando sarà in purgatorio. Se qualcuno ha mancato di cuore durante la sua vita riceve poco aiuto.

Coloro che peccarono diffamando gli altri devono espiare duramente il loro peccato. Ma chiunque abbia avuto buon cuore in vita riceve molto aiuto. Un'anima che aveva tralasciato di assistere alla Messa poté domandare otto Messe per suo sollievo, poiché durante la sua vita mortale aveva fatto celebrare otto Messe per un'anima dei purgatorio.

LE MESSE DETTE "GREGORIANE"

Tratto da: http://medjugorje.altervista.org/doc/purgatorio//14-altrisanti.php

Tra ciò che può essere offerto a Dio in suffragio dei defunti, san Gregorio esalta, in assoluto, il Sacrificio Eucaristico: a lui si deve l’introduzione della pia pratica delle trenta messe continue, dette appunto gregoriane.

Istituì tale devozione in seguito a un episodio avvenuto nel suo convento al Celio (Roma).

Un monaco, esperto in medicina, di nome Giusto, gravemente ammalato confida al fratello Copioso di aver tenute nascoste tra i medicinali tre monete d’oro.

Copioso avverte del fatto Gregorio che prende dei severissimi provvedimenti contro Giusto, che ha violato la Regola del convento (questa ordina la comunione di beni tra monaci). Da quel momento Giusto viene abbandonato a se stesso. Senza visite, né alcun genere di conforto. Nell’abbandono e nella sofferenza dell’agonia, il monaco si pente del suo peccato e "la sua anima abbandonò il corpo nella stessa tristezza". Il suo corpo è buttato in un letamaio, con le tre monete d’oro, mentre i monaci esclamano: "Che il tuo denaro sia con te per la tua perdizione ".

Pur nella certezza che Giusto è dannato, Gregorio tuttavia, per scrupolo, affida il seguente incarico a Prezioso (priore del monastero): "Vai dunque, e da oggi stesso per trenta giorni di seguito fai in modo di offrire per lui il sacrificio, affinché non sia assolutamente tralasciato alcun giorno, nel quale non sia offerta per la sua assoluzione l’ostia salutare" Dopo i trenta giorni Giusto appare al fratello Copioso per dirgli di essere ormai libero da ogni pena.

Commenta san Gregorio: "Concordando simultaneamente visione e sacrificio, ciò apparve con chiarezza, che il fratello, che era morto, scampò al supplizio grazie all‘ostia salutare"

LE INDULGENZE

Tratto da: "Il meraviglioso segreto delle anime del purgatorio", di Maria Simma. Editrice Shalon srl.

Mediante le indulgenze i fedeli possono ottenere per se stessi, e anche per le anime del Purgatorio, la remissione delle pene temporali, conseguenze dei peccati (dal Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1498)

Un dono della misericordia di Dio attraverso la Chiesa

L'approssimarsi del Giubileo del 2000 ci fa pensare, con gioia e commozione, alle folle di pellegrini che verranno a Roma da tutto il mondo per ottenere l'indulgenza plenaria. Ma questa fonte di grazia, per i vivi e per i defunti, la Chiesa non la mette a disposizione solo ogni 25 anni. L'indulgenza, sia plenaria che parziale, può essere ottenuta in molti casi e circostanze, anche ogni giorno. Vogliamo perciò rendere più utile questo libretto parlandone brevemente.

Ricordiamo che l'indulgenza è parziale o plenaria secondo che libera in parte o in tutto dalla pena temporale dovuta per i peccati.

Che cos'è l'indulgenza? Ecco quanto scrive in proposito il Catechismo della Chiesa Cattolica:

"L'indulgenza è la remissione dinanzi a Dio della pena temporale dei peccati, già rimessi quanto alla colpa, remissione che il fedele, debitamente disposto e a determinate condizioni, acquista per intervento della Chiesa, la quale, come ministra della redenzione, autoritativamente dispensa ed applica il tesoro delle soddisfazioni di Cristo e dei Santi". L'indulgenza è parziale o plenaria secondo che libera in parte o in tutto dalla pena temporale dovuta per i peccati" (Catechismo della Ch. Catt., 14,1).

La Chiesa, facendo tesoro del potere di sciogliere e di legare conferito da Gesù ai suoi apostoli, e quindi alla Chiesa stessa, ha utilizzato nei vari secoli, in vario modo, questo strumento della misericordia di Dio in favore dei vivi e dei defunti. Nel nostro secolo, tutta la materia riguardante le indulgenze è stata riveduta e riordinata dal Papa Paolo Vl che, il 1° gennaio 196,, ha proclamato la nuova "Costituzione Apostolica Indulgentiarum doctrina". A questa ha fatto seguito l'Enchiridion indulgentiarum, cioè l'elenco completo e riveduto di tutte le indulgenze plenarie e parziali, compilato dalla Penitenzieria Apostolica, per volere e sotto la direzione dello stesso Paolo VI.

Il tutto è raccolto nel Manuale delle Indulgenze, Norme e Concessioni, pubblicato il 29 giugno 1968 (Libreria Editrice Vaticana), seguito poi da successive edizioni e ristampe. Questo Manuale costituisce il testo fondamentale in materia di indulgenze. Le pagine che seguono sono attinte, in maniera molto succinta, e necessariamente non esaustiva, da tale documento. Le parti prese integralmente dal testo vaticano sono riportate tra virgolette.

Citiamo anzitutto alcuni criteri direttivi contenuti nella Costituzione Indulgentiarum doctrina di Paolo VI:

"Il fine che l'Autorità ecclesiastica si propone nella elargizione delle indulgenze, è non solo di aiutare i fedeli a scontare le pene del peccato, ma anche di spingere gli stessi a compiere opere di pietà, di penitenza e di carità, specialmente quelle che giovano all'incremento della fede e al bene comune".

"Se poi i fedeli offrono le indulgenze in suffragio dei defunti, coltivano in maniera eccellente la carità e, mentre elevano la mente al cielo, ordinano più saggiamente le cose terrene,,.

"...Pertanto l'uso delle indulgenze eccita efficacemente alla carità e la fa esercitare in modo eminente, allorché viene offerto un aiuto ai fratelli che dormono in Cristo. "Parimenti il culto delle indulgenze ridesta la fiducia e la speranza di una piena riconciliazione con Dio Padre...,,.

"Le indulgenze,... sebbene siano delle elargizioni gratuite, sono tuttavia concesse sia per i vivi che per i defunti solo a determinate condizioni... che il fedele... ami Dio, detesti il peccato, riponga la sua fiducia nei meriti di Cristo e creda fermamente nel grande aiuto che gli viene dalla comunione dei Santi...". "La Santa Madre Chiesa... non intende assolutamente diminuire il valore degli altri mezzi di santificazione e di purificazione ed in primo luogo del sacrificio della Messa e dei sacramenti, specialmente del sacramento della penitenza. Né vuole diminuire l'importanza di quegli aiuti abbondanti, che sono i sacramentali, e delle opere di pietà, di penitenza e di carità".

Nelle note introduttive al documento si precisa infatti che il principio ispiratore della riforma è stato "di dare maggiore respiro alla vita cristiana e di educare, più che alla ripetizione di formule e pratiche, allo spirito di orazione e di penitenza e all'esercizio delle virtù teologali"; ciò perché "le mutate condizioni dei tempi, sembrano particolarmente adatte non solo per aiutare i fedeli a soddisfare le pene dovute ai loro peccati, "ma anche e soprattutto per spingerli ad un maggiore fervore di carità". (Note previe, Nn. 2 e 4, passi.).

In seguito alla riforma è stata abolita ogni distinzione in giorni, mesi ed anni: le indulgenze sono distinte solo in plenarie o parziali. Inoltre "è abolita la divisione delle indulgenze in personali, reali e locali perché più chiaramente apparisca che le indulgenze sono concesse alle azioni dei fedeli, sebbene esse siano talvolta collegate ad un oggetto o ad un luogo'`.

Vediamo qualche norma:

"Nessuno può applicare le indulgenze che acquista ad altri che siano ancora in vita".

"Le indulgenze sia parziali che plenarie possono essere sempre applicate ai defunti a modo di suffragio".

"Il fedele, che almeno con cuore contrito compie un'azione alla quale è annessa l'indulgenza parziale, ottiene in aggiunta alla remissione della pena temporale, che percepisce con la sua azione, altrettanta remissione di pena per l'intervento della Chiesa".

"Il fedele che devotamente usa un oggetto di pietà (crocifisso o croce, corona, scapolare, medaglia) benedetto da un sacerdote qualsiasi, può lucrare un,indulgenza parziale. Se poi tale oggetto è benedetto dal Sommo Pontefice o da un vescovo, il fedele, che devotamente lo usa, può acquisire anche 1,indulgenza plenaria nella solennità dei santi apostoli Pietro e Paolo, aggiungendovi però la professione di fede con qualsiasi legittima formula".'

"L'indulgenza plenaria può essere acquistata una sola volta al giorno".

' L'importanza religiosa delle immagini sacre (purché usate devotamente dal fedele) oltre ad essere testimoniata dalla secolare tradizione cattolica, è stata ribadita di recente dal Nuovo Catechismo (cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica. 4,6-4,,; 1159-1162; 2129-2132).

Non ci sembra inopportuno riportare, a tale riguardo, le parole del messaggio di Medjugorje del 18 luglio 1985: "Cari figli, oggi vi invito a collocare nelle vostre case numerosi oggetti sacri, e ogni persona porti addosso qualche oggetto benedetto. Benedite tutti gli oggetti; così satana vi tenterà di meno, perché avrete la necessaria armatura contro satana. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!".

"L'indulgenza parziale invece può essere acquistata più volte al giorno, salvo esplicita indicazione in contrario".

"Per acquistare l'indulgenza plenaria, oltre l'esclusione di qualsiasi affetto al peccato anche veniale, è necessario eseguire l'opera indulgenziata e adempiere tre condizioni: confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice,'. Quest'ultima consiste nel recitare, secondo le intenzioni del Papa, un Padre Nostro e un'Ave Maria; tuttavia "è lasciata libertà ai singoli fedeli di recitare qualsiasi altra preghiera secondo la pietà e la devozione di ciascuno".

Prima di passare alle specifiche indulgenze, la nuova riforma prevede tre concessioni di carattere generale. Esse sono:

1) "Si concede l'indulgenza parziale al fedele che, nel compiere i suoi doveri e nel sopportare le avversità della vita, innalza con umile fiducia l'animo a Dio, aggiungendo, anche solo mentalmente, una pia invocazione".

2) "Si concede l'indulgenza parziale al fedele che, con spirito di fede e con animo misericordioso, pone se stesso o i suoi beni al servizio dei fratelli che si trovino in necessità".

3) "Si concede l 'indulgenza parziale al fedele che, in spirito di penitenza, si priva spontaneamente e con suo sacrificio di qualche cosa lecita".

Non può sfuggire l'importanza di queste tre concessioni al fine di stimolare nel fedele, al di là di ogni forma di devozione o di preghiera, una condotta di vita ispirata ai principi fondamentali del Vangelo.

Ora veniamo ad alcune indulgenze particolari che riportiamo succintamente e in maniera del tutto incompleta.

Iniziamo dalle indulgenze plenarie (che liberano in tutto dalla pena temporale dovuta per i peccati).

Si può guadagnare l'indulgenza plenaria in queste occasioni:

- adorazione del SS. Sacramento per almeno mezz'ora;

- recita consecutiva delle cinque decine del Rosario mariano meditando i misteri del Rosario, in chiesa, in famiglia o in comunità;

- esercizio della Via Crucis;

- lettura della Sacra Scrittura fatta per almeno mezzora;

- visita di una chiesa dal 1° novembre a mezzogiorno al 2 novembre a mezzanotte, solamente per i defunti;

- visita di un cimitero in uno dei giorni dal 1° all'8 novembre inclusi, solo per i defunti;

- partecipazione ad una cerimonia solenne di una prima Comunione o di una Messa di un sacerdote o per un anniversario sacerdotale di 25, 50 o 60 anni;

- rinnovo delle promesse battesimali nel corso di una veglia pasquale;

- adorazione della Croce durante la cerimonia solenne del Venerdì Santo;

- benedizione papale ricevuta anche ascoltando la radio o la televisione.

Precisiamo che, al momento della morte, la Chiesa si mostra particolarmente misericordiosa per accordare l'indulgenza plenaria. Essa è donata per mezzo di un prete, ritualmente, oppure acquistata dal morente mediante il semplice fatto di baciare il Crocifisso, purché egli abbia recitato durante la vita qualche preghiera. Se le condizioni indicate sopra (confessione, comunione, preghiera per il santo Padre, non attaccamento al peccato) non possono essere compiute interamente, l'indulgenza è solamente parziale.

Tuttavia non c'è l'obbligo di confessarsi e comunicarsi lo stesso giorno. Si può fare entro alcuni giorni che precedono e che seguono. Quando si ha l'abitudine di confessarsi regolarmente, ciò basta a far guadagnare parecchie indulgenze plenarie.

Si può guadagnare una sola indulgenza plenaria al giorno, ma diverse indulgenze parziali, di cui si è arricchita la maggior parte delle grandi preghiere della Chiesa.

Ne elenchiamo alcune: A Te, Beato Giuseppe Angelo di Dio Angelus Domini Anima di Cristo, Santificami, Atto di comunione spirituale, Credo, Ufficio dei defunti, Recita del Salmo 130 (Dal Profondo) Eccomi, o mio amato e buon Gesù, o Gesù dolcissimo (consacrazione a Cristo Re), Litanie del SS. Nome di Gesù, Litanie del Sacro Cuore di Gesù, Litanie del Preziosissimo Sangue, Litanie della Beata Vergine Maria, Litanie di San Giuseppe, Litanie dei Santi, Magnifìcat, Ricordati, o piissima Vergine, Salmo 51 (Miserere), Preghiera per le vocazioni sacerdotali o religiose, Preghiera per l'unione dei cristiani, L'Eterno riposo, Salve, Regina, Segno della Croce (fatto bene e devotamente), Tantum ergo (Adoriamo il Sacramento).

Te Deum (inno di ringraziamento) –l'indulgenza è plenaria se si recita questo pubblicamente nell'ultimo giorno dell'anno)

Veni Creator (anche in quest'altra preghiera, l'indulgenza è parziale, ma diventa plenaria se recitata pubblicamente a Capodanno e nella solennità della Pentecoste), Vieni Santo Spirito.

Questo elenco, come abbiamo detto, è del tutto incompleto.

Ribadiamo comunque che sono indulgenze parziali ciascuno degli atti concreti di fede, di speranza e di amore operati nel corso di una vita, in seno alle prove a cui la vita stessa pone dinanzi, o nel compimento dei nostri diversi doveri; come pure tutti gli atti di carità verso il prossimo, le pratiche di digiuno e di astinenza fatte volontariamente, ma anche tutte le pie invocazioni, giaculatorie note o pensieri spontanei rivolti a Dio, alla Vergine, alla Sacra Famiglia (nel Manuale delle Indulgenze c'è tutto un elenco, ma solo a titolo di esempio).

Questo Manuale è veramente prezioso. A tutti consigliamo di leggerlo e di metterne in pratica i suggerimenti. Ognuno può ricavarne immensi benefici, per se stesso e per i propri defunti. Lode al Signore e alla Chiesa!2

2. Vedi:.Manuale delle Indulgenze, Libreria Editrice Vaticana, 1996

LE ANIME DEL PURGATORIO CI AIUTANO

Dobbiamo fare molto per le anime del Purgatorio, perché sono esse che ci aiutano a loro volta. Bisogna avere molta umiltà: è questa la più grande arma contro il Maligno. L'umiltà elimina il male (Maria Simma).

LA TESTIMONIANZA DI MARIA SIMMA

Brano tratto da: "Il meraviglioso segreto delle anime del purgatorio", di Maria Simma. Editrice Shalon.

Un'anima mistica austriaca ancora vivente, Maria Simma, che oggi ha 82 anni, per un singolare dono di Dio (peraltro non raro nella storia della Chiesa), da oltre 50 anni è visitata da anime del Purgatorio. Cosa le dicono queste anime?

Danno avvertimenti e notizie, chiedono suffragi, parlano delle loro indicibili sofferenze in Purgatorio (attenuate dalla gioiosa attesa e certezza di ritrovarsi, presto o tardi, nell'abbraccio di Dio); rivelano ai vivi l'immensa possibilità che essi hanno di alleviare le sofferenze dei defunti e di ricevere, in cambio, innumerevoli aiuti e benefici, per questa vita e per l'altra.

Le testimonianze riportate in questo libro da Suor Emmanuel, che le ha raccolte dalla viva voce di Maria Simma, fanno riflettere molto; e forse potrebbero aiutare alcuni a cambiare atteggiamenti ed abitudini, per cominciare a vivere in maniera diversa, secondo i desideri di Dio...

ALCUNI BRANI DI MARIA SIMMA

Tratti da: "Il meraviglioso segreto delle anime del purgatorio", di Maria Simma. Editrice Shalon srl.

Una storia per riflettere

Vi era una persona, particolarmente amica delle anime del Purgatorio, che aveva consacrato la propria vita a suffragarle. Essendo arrivata all'ora della sua morte, ella fu assalita con furore dal demonio che la vedeva sul punto di sfuggirgli. Sembrava che l'abisso tutto intero, coalizzato contro di lei, la circondasse con le sue coorti infernali.

La morente lottava da qualche tempo tra gli sforzi più penosi, quando tutto a un tratto ella vide entrare nel suo appartamento una folla di personaggi sconosciuti, ma risplendenti di bellezza, che misero in fuga il demonio e, avvicinandosi al suo letto, le rivolsero parole di incoraggiamento e di consolazione tutte celestiali Emettendo allora un profondo sospiro, e piena di gioia, gridò: - Chi siete voi'? Chi siete voi che mi fate tanto bene?

Quei buoni visitatori risposero: - Noi siamo abitanti del Cielo, che il tuo aiuto ha condotti alla beatitudine, e veniamo a nostra volta, e per riconoscenza, ad aiutarti a varcare le soglie dell'eternità e a sottrarti da questo luogo di angoscia per introdurti nelle gioie della Città Santa.

A queste parole un sorriso rischiarò il volto della morente. I suoi occhi si chiusero ed ella si addormentò nella pace del Signore. La sua anima, pura come una colomba, presentandosi al Signore dei Signori, trovò tanti protettori ed avvocati tra le anime che lei aveva liberate; e riconosciuta degna della gloria, vi entrò come in trionfo, in mezzo agli applausi e alle benedizioni di tutti coloro che aveva liberati dal Purgatorio".

Potessimo noi, un giorno, avere la stessa fortuna! Allora bisogna dire che le anime, sì, le anime liberate dalla nostra preghiera, sono estremamente riconoscenti. Io vi consiglio vivamente di farne l'esperienza; esse ci aiutano, conoscono i nostri bisogni e ci ottengono molte grazie.

AFFERMAZIONI DI ALCUNI SANTI

Ebbene, figli miei, quando vogliamo liberare i nostri cari dal Purgatorio, facciamo la stessa cosa. Offriamo al Padre, per mezzo del Santo Sacrificio, il suo Figlio diletto, con tutti i meriti della sua passione e morte, così non potrà rifiutarci nulla.
Santo Curato d'Ars

La mia vocazione religiosa e sacerdotale è una grazia immensa che attribuisco alla mia quotidiana preghiera per le anime del Purgatorio, che ancor bambino imparai da mia madre.
Beato Angelo D‘Acri

Quando voglio ottenere qualche grazia da Dio ricorro alle anime del Purgatorio e sento di essere esaudita per la loro intercessione.
Santa Caterina da Bologna

Per la strada, nei ritagli di tempo, prego sempre per le anime del Purgatorio. Queste sante anime con la loro intercessione mi hanno salvato da tanti pericoli dell’anima e del corpo.
San Leonardo da Porto Maurizio

Non ho mai chiesto grazie alle anime del Purgatorio senza essere esaudita. Anzi, quelle che non ho potuto ottenere dagli spiriti celesti le ho ottenute per intercessione delle anime del Purgatorio.
Santa Teresa D’Avila

Ogni giorno ascolto la Santa Messa per le anime sante del Purgatorio; a questa pia consuetudine debbo tante grazie che continuamente ricevo per me e per i miei amici.
San Contardo Ferrini

SITI PER APPROFONDIRE

www.reginamundi.info/purgatorio/purgatorio.asp Uno studio sul Purgatorio fatto bene e approfondito.

http://purgatorio.altervista.org/ Questo sito è nato per far conoscere al mondo intero l'esistenza del Purgatorio e delle pene che soffrono le anime che sostano al suo interno. Pregare per le anime del Purgatorio è molto importante.

http://apologetica.altervista.org/purgatorio.htm Esiste il Purgatorio? Naturalmente! Le ragioni di tanta certezza non risiedono solamente nella fede, ma anche nell'approfondito studio della Scrittura e dei testi dei Santi Padri che la tradizione della nostra Chiesa Cattolica ci ha donato.

http://digilander.libero.it/monast/purga/index.htm Testi vari

http://medjugorje.altervista.org/doc/purgatorio/index.php Molti articoli per avere una visione multidimensionale del Purgatorio.

www.edicolaweb.net/nonsoloufo/purgator.htm Una visione del purgatorio come condizione attuale del pianeta inserito nei cambiamenti epocali.

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