L'ultimo addio |
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IL SERVIZIO FUNEBREServizio proposto dalla Rosicrucian Fellowship
1° parte = Alla Cerimonia della CremazioneMusica dolce
Si scopre l’emblema L’officiante legge ad alta voce il seguente servizio: Care sorelle e cari fratelli, che le rose fioriscano sulla vostra croce! I presenti rispondono: E sulla tua pure! Osserviamo un momento di silenzio, meditando su: L’AMORE, LA PACE E LA TRANQUILLITÀ(Concentrazione) Leggiamo dalle lettere di S. Paolo:
Il conforto che la religione ci offre nei momenti di dolore è la misura del valore della religione stessa. Per raggiungere il suo fine essa deve consolarci soprattutto nel momento della separazione dai nostri cari. Quando la morte falcia la vita, quando piace a Dio mettere fine all’esistenza terrena dei nostri parenti e amici, quando le nostre risorse umane si sono esaurite, ci volgiamo alla religione per ricevere il coraggio e la forza di sopportare il peso della nostra perdita e del nostro dolore. Che cosa dicono su questo argomento gli insegnamenti rosacrociani? Per prima cosa insegnano che la morte non significa fine; ricordano poi la Legge di Conseguenza, secondo la quale il frutto delle azioni, buone o cattive, compiute nella vita deve prima o poi essere raccolto, poiché, come si legge sulla Bibbia: "Ciò che l’uomo semina, quello raccoglierà". Sappiamo che la morte non può cancellare le azioni buone o cattive, come non si possono saldare i debiti trasferendoci in un’altra città. Il debito rimane, e prima o poi, una volta o l’altra dovrà essere estinto. Ci rallegriamo quando nasce un’anima, cioè quando viene racchiusa in una veste d’argilla; ci rattristiamo quando questa forma viene distrutta al momento della morte. Non ci rendiamo conto che dovremmo comportarci nel modo opposto. Lo spirito, nascendo nel mondo fisico, viene imprigionato nella sua forma di carne, divenendo soggetto alla sofferenza, al dolore, alle infermità, e per fortuna anche alle gioie che sono conseguenza del suo stato. Tuttavia l’esistenza fisica è necessaria perché l’anima impari le lezioni alla scuola della vita. Se vogliamo piangere, dovremmo farlo per la nascita di uno spirito su questa terra; dovremmo invece gioire quando sopravviene la morte a liberarlo dal dolore e dalle limitazioni dell’esistenza fisica. Se ci rendessimo conto del sollievo provato dai nostri cari liberati dalla sofferenza del corpo, dovremmo esultare anziché rattristarci. Pensiamo a quanta gioia proverà una povera anima che è stata incatenata ad un letto di dolore, risvegliandosi nel mondo a noi invisibile in cui si può muovere liberamente, a suo piacimento e senza più soffrire! Non dovremmo augurarle buon viaggio, e di raggiungere al più presto Dio, invece di piangere? È piaciuto a Dio richiamare __________ (nome) per una missione superiore in un campo più vasto, in un altro mondo, dove egli (ella) non ha più bisogno del corpo fisico che ha abbandonato. (Un’altra persona - o più persone - ricordi qui le qualità e le attività del defunto) Come il bambino va a scuola giorno dopo giorno per aumentare le sue conoscenze, e ha molte ore di riposo fra due giorni scolastici consecutivi sviluppando così il suo corpo dall’infanzia alla maturità, così anche lo spirito frequenta la scuola della vita durante il succedersi delle esistenze, occupando una dopo l’altra forme terrestri sempre migliori con le quali acquista esperienza. Come dice un poeta:
Sappiamo che __________ (nome) ritornerà un giorno con un corpo migliore e più nobile di quello che ha abbandonato. Sappiamo che secondo l’immutabile Legge di Conseguenza deve ritornare per fare sì che, attraverso vite ed amicizie successive, la sua natura affettiva si estenda e si immerga in un oceano d’amore. Per noi la morte ha perduto il suo pungiglione mortale, non perché siamo diventati insensibili o perché amiamo di meno i nostri cari, ma perché siamo convinti di avere la prova inconfutabile che la morte non esiste. Non abbiamo nessun motivo di piangere perché il cordone argenteo si è rotto e il corpo ritorna alla polvere da cui proviene; infatti sappiamo che lo spirito del nostro caro è più vicino di prima, ed è presente fra noi anche se non possiamo vederlo. Affidiamo al fuoco la spoglia che lo spirito ha abitato, in modo che i suoi elementi siano mutati in altre forme per alchimia naturale.
Preghiamo chiedendo l’aiuto di Dio affinché __________ (nome) possa procedere rapidamente e cominciare il nuovo compito nell’al di là. Tutti si alzano in piedi e cantano l’ultima strofa dell’INNO DI CHIUSURA. Si copre l’emblema. Ammonizione finale: Il nostro amico (la nostra amica) non è partito(a), non ci ha lasciato, è tra noi anche se invisibile a coloro che ha amato. Ora è libero(a) e rivestito(a) di un corpo celeste maggiormente adatto all’elevata esistenza nella quale ora si trova. I nostri migliori auguri lo(la) accompagnino nella sua nuova patria. 2° parte = Alla deposizione dell’urnaNon vi è morte.Le stelle si abbassano sull’orizzonte solo per alzarsi su
altre rive
Non esiste la morte.Le foglie della foresta cadono per animare l’aria invisibile. Le rocce si disgregano per nutrire i licheni avidi. Non esiste la morte.La polvere che calpestiamo si trasformerà sotto gli acquazzoni di aprile. Vedremo gonfiarsi le spighe d’oro e la frutta matura e i fiori tingersi dei colori dell’arcobaleno. Non esiste la morte.I rami possono ben spogliarsi, i fiori appassire e scomparire. Attendono solo che passi l’inverno gelido per sentire di nuovo il soffio profumato di maggio. Non esiste la morte.E sebbene piangiamo i sembianti dolci e familiari degli
esseri teneramente amati,
Sebbene con cuore infranto, sotto spoglie di lutto, abbiamo
condotto silenziosamente
No! Non sono morti. Non hanno fatto che passare dietro il
velo che li nasconde,
Hanno abbandonato il loro abito di argilla per rivestire un ornamento radioso; Non sono partiti per lontananze sperdute, non sono perduti, non sono scomparsi. Sebbene invisibili ai nostri occhi mortali sono sempre qui
Talvolta sulle nostre fronti sentiamo il loro dolcissimo
fruscio, come una carezza;
Sempre presenti, sebbene invisibili, gli spiriti immortali
dei nostri cari rimangono
Non esiste la morte. |
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